LA QUARTA COMMISSIONE DIFESA CHIAMA LE RAPPRESENTANZE MILITARI SUI PARERI E PROPOSTE SULLA RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE. INCONTRI INFORMALI TRA IPOTESI E MODIFICHE. FICTION O REALITY ? NO, ATTIVITA' PARLAMENTARI A SUPPORTO DEL GOVERNO.
Pubblicata il 28/06/2014
La quarta commissione difesa dal 14 maggio 2014 ha inizato i lavori sulla Riforma della Rappresentanza Militare. Riforma che aspetta di vedere la luce da oltre un decennio. Potrebbe essere la volta buona visti gli tsunami delle riforme. Ma quale la reale riforma per la rappresentatività dei carabinieri d'Italia ?
Nella seduta del 14 maggio 2014, la IV Commissione "Difesa" della Camera, in sede referente, ha iniziato l'esame dei disegni di legge di riforma della Rappresentanza Militare. Nell'ambito della discussione, la relatrice On. Villecco Calipari, dopo aver illustrato i provvedimenti ed evidenziato le differenze sostanziali, ha segnalato l'esigenza di un accurato dibattito tra le forze politiche, nonchè la necessità di procedere alle audizioni dei delegati Co.Ce.R. e di altri organismi intermedi, oltre che dei vertici militari. L edifferenze evidenziate sono sostanzialmente cosi' articolate: gli AC 1963 e AC 2097 riconoscono alla Rappresentanza Militare il ruolo di "parte sociale", mentre l' AC 1993 è volto ad istituire i sindacati per il personale delle forze armate e per il personale delle forze di polizia ad ordinamento militare. Da subito è scoppiata una polemica sulla convocazione dei CoIR o meno all'audizione informale alla Quarta Commisione Difesa. Tira e molla, alla fine Martedi 1 luglio è stato stilato un programma che vedrà la Quarta Commisione audire separatamente il CoCeR Carabinieri, alle ore 12, dopo aver incontrato le altre sezioni CoCeR, e i CoIR delel Forze armate, nonchè, in ultimo, anche delegazioni dei CoIR di Carabinieri e Guardia di Finanza, alle ore 15.30. Beh, la Calipari non ha sbagliato se si riflette al fatto che i CoIR sono espressione del voto dei CoBaR, la rappresentanza della base, e il CoCeR è eletto dai CoIR, quindi il Consiglio Centrale eletto dagli eletti dei CoBaR e non dagli stessi CoIR. Uno dei grossi problemi che hanno agitato molti che vedono la permanenza dei CoIR come un modo per avere piu' posti "politici" da assegnare, a fronte di una riduzione importante di cariche e di Consigli dei Consigli che non danno certo funzionalità alla rappresentatività dei carabinieri. Del resto basta osservare la situazione attuale e quale produttività con quali tempi e risposte al personale. Non interessa porsi gli obiettivi fondamentali da raggiungere in una riforma, ma interessano le dinamiche che porteranno alla prossima rielezione della rappresentanza militare. La rappresentanza deve curare il "politichese" che la stà affliggendo. Il carabiniere che rappresenta i carabinieri non puo' essere vittima di dinamiche politiche, specie quelle malate. La riduzione dei permessi sindacali del 50% alle rappresentanze sindacali la dice tutta. Questo è un punto da cui non si puo' discernere, il risparmio dei costi. Questo aspetto, già pubblicato in gazzeta nelle riforma della pubblica amministrazione, deve far guardare ad una revisione dell'organizzazione della struttura della rappresentanza militare. ma tutto questo non deve violarne la rappresentatività. Certo, ci sono delle soluzioni che possono accrescere la rappresentatività e la territorialità del delegato, pur aumentandone il numero, ma riducendo i costi in modo assolutamente rilevante. Bisogna guardare alla struttura sindacale come modello per poi renderla adeguata all'organizzazione delle forze di polizia ad ordinamento militare. Poi sulle funzioni e sulle competenze bisogna per forza rivedere tantissimi aspetti che, tra l'altro, molti di questi, sono individuati nei pareri forniti dal CoCeR carabinieri all'unanimità dei presenti all'approvazione. L'attività posta in essere dalla relatrice della Commisione Difesa ha entusiasmato molti delegati, ma non dobbiamo trascurare l'aspetto fondamentale che qualche mese fà a tutti i CoCeR furono chieste proposte da inserire nei vari atti in preparazione sul tema. Infatti le varie proposte messe sul tavolo racchiudono un po' di tutto di cio' che a loro è giunto dalle varie proposte. Bisogna concentrarsi su tre aspetti fondamentali scevri dalle dinamiche politiche che oggi non danno nememno piu' fidicia ai cittadini verso la politica. Rappresentatività, Riduzione dei costi guardando alla non associazione di un attività remunerativa quella della rappresenatanza, ma che sia svolta da chi sa' di intraprendere un ruolo di responsabilità e di rappresentatività legata a gettoni di presenza, vincolandosi da variazioni di posizioni d'impiego e altri aspetti su cui si dovrebbe porre importante riflessione a livello generale con la base e non solo a livello centrale. Non sarà semplice riuscire a tenere fuori gli interessi diversi da quella che è la rappresentatività del personale ed una reale riforma che debba dare risposte ai carabinieri di domani e non a quelli che domani non avranno bisogno della funzionalità dell'organismo rappresentativo adeguato alla reale necessità di ruolo sociale a nome e per conto del personale dell'Arma dei carabinieri, di ogni ordine e grado. vediamo in sintesi cosa emerge dalle attività sinora elaborate dalla IV' Commissione Difesa della Camera. Ci si propone di rivisitare la disciplina sul diritto di associazione tra militari, definendone limiti e prerogative. In particolare: - l’AC 1963, a firma dell’On. SCANU ed altri : - attribuisce al Co.Ce.R. il ruolo di parte sociale, riconoscendogli piena autonomia economico/gestionale, nonché la facoltà di formulare proposte anche su criteri per l’articolazione dell’orario di lavoro, alloggi, mobilità del personale ed attribuzione degli incarichi; - assegna la titolarità dei procedimenti di negoziazione ai Co.Ce.R., articolati in un comparto difesa (E.I./M.M./A.M.) ed un comparto sicurezza (Arma/G.d.F./Corpo CP); - istituisce - in luogo degli attuali Co.I.R. - i consigli regionali della R.M. (Co.Re.R.), composti dai delegati di ciascuna FA/Arma/GdF/CP, competenti a trattare con le regioni e gli enti locali le materie che riguardano il benessere e le condizioni di vita del personale militare (in particolare, edilizia residenziale, trasporti, formazione culturale e professionale, sicurezza sul lavoro e attività assistenziali e ricreative); - non prevede limiti per la rieleggibilità dei delegati; - l’AC 1993, a firma dell’On. DURANTI ed altri , al fine di riconoscere anche al personale militare i diritti associativi/sindacali previsti dal diritto europeo, prevede, tra l’altro, l’istituzione di specifici sindacati degli appartenenti alle FA/FP ad ordinamento militare, definendone composizione, compiti, diritti e competenze; - l’AC 2097, a firma dell’On. D’ARIENZO : - riconosce alla RM [articolata in COCER difesa (E.I./M.M./A.M.) e COCER sicurezza (Arma/G.d.F.)] ruolo/funzione di parte sociale nelle materie di competenza; - amplia gli ambiti di intervento della RM; - consente la costituzione o l’adesione dei militari ad associazioni anche di carattere sindacale. L’AC. 1963 riprende quasi integralmente i contenuti dell’AS. 1157, presentato nella XVI Leg. dall’attuale Min. Difesa, Senatrice PINOTTI, e poi confluito in un testo unificato governativo .
( clicca su SCARICA L'ALLEGATO e leggi lo schema di sintesi dei vari articoli tra la proposta della vecchia e quella della nuova legislatura sulla Riforma della Rappresentanza Militare, ora in valutazione alla IV Commissione Difesa )
Fonte: Pianetacobar.eu/ cocer carabinieri/ Aps Romeo Vincenzo