Pianeta Cobar

LA STORIA DELL'ARMA DEI CARABINIERI. PRIMO PASSO NELLA STORIA DEI CARABINIERI D'ITALIA. PREMESSE STORICHE SULLE ORIGINI.

Pubblicata il 21/03/2014

Primo passo alla riscoperta della Storia dell'Arma dei Carabinieri, la Storia dei Carabinieri d'Italia. In occasione del bicentenario, insieme ai carabinieri d'Italia rispolveriamo la nostra storia, le nostre origini. " Le premesse storiche sulle origini dell'Arma dei Carabinieri."
LA STORIA DELL'ARMA DEI CARABINIERI.  PRIMO PASSO NELLA STORIA DEI CARABINIERI D'ITALIA. PREMESSE STORICHE SULLE ORIGINI.

Nel XVIII secolo il Regno Sardo comprendeva, oltre la Sardegna - ceduta a Vittorio Amedeo II in cambio della Sicilia - i Ducati di Savoia, di Aosta e del Monferrato, il principato del Piemonte, Nizza, Oneglia, la Val Sesia, la Val d’Ossola, Novara, Voghera, Tortona, Alessandria e la Lomellina. Dopo Vittorio Amedeo II si succedettero sul trono Carlo Emanuele III, Vittorio Amedeo III, Carlo Emanuele IV e Vittorio Emanuele I, che sarà appunto il fondatore dell’Arma dei Carabinieri. In quel tempo i servizi di polizia nel Regno non erano disimpegnati da un unico Corpo, bensì variamente rispetto ai territori, alle diverse epoche ed alle situazioni locali. Tralasciando le istituzioni minori, vanno ricordati i Vicariati, i Soldati di Giustizia, il Corpo degli Invalidi, le Guardie Urbane ed i Dragoni. I Vicariati erano Sovrintendenze Generali di Polizia, con compiti anche sussidiari, quali l’annona, l’edilizia ed i lavori pubblici. I Soldati di Giustizia, milizia piemontese istituita sin dal ’500, verso la metà del ’700 comprendeva circa 200 uomini, ripartiti in brigate, famiglie di giustizia, al comando di un Capitano Generale di campagna. Le brigate erano distribuite nei centri più importanti ed avevano soprattutto i compiti della repressione dei reati e della cattura dei rei. Il Corpo degli Invalidi, costituito nel ’600 con sei Compagnie di stanza in altrettante città, alla fine del XVIII secolo comprendeva circa 3.800 soldati invalidi, agli ordini di impiegati go-vernativi, con il compito preminente della vigilanza delle città mediante servizi di pattuglia. Nella città di Torino, oltre ad una settantina di “invalidi” facenti parte del Corpo delle Guardie Urbane, vi erano, alle dipendenze del Vicariato, una ventina di guardie civiche, soprattutto per i servizi d’onore, ed una decina di arcieri di città, incaricati della custodia delle carceri e di concorrere alla repressione dei crimini. In Sardegna, infine, la sicurezza delle strade e delle campagne era affidata ai “Dragoni”, istituiti nel 1726 con tre Compagnie di “invalidi” piemontesi. I Dragoni, tutti volontari, che facevano parte integrante dell’Esercito, nel 1776 presero il nome di Corpo dei Dragoni leggeri di Sardegna.  Nel 1798, caduta la cittadella di Torino e partito il Sovrano, i Francesi vi costituirono un Governo provvisorio, che decretò la formazione di un Corpo di Gendarmeria Nazionale, sul modello di quello francese, per tutelare la sicu-rezza pubblica, con il concorso della Guardia Nazionale. L’anno successivo, respinti momentaneamente i Francesi, gli Austro-russi, vittoriosi alla Trebbia ed a Novi, ripristinarono nominalmente la monarchia sabauda e la Gendarmeria Nazionale fu soppressa.  Dopo Marengo, 1800, tornati i Francesi, il servizio di polizia venne dato a quattro Battaglioni speciali per tutto il territorio piemontese. Si trattava di formazioni provvisorie, che si trasformarono ben presto in Corpo della Gendarmeria piemontese. Era la seconda volta che esso veniva costituito dai Francesi, ma nel ripristinarlo si stabilì che doveva far parte di un piccolo esercito di nuova formazione e che fosse pertanto alle dipendenze della Segreteria di Guerra, pur essendovi un Ministero di polizia. L’intera forza fu composta di Piemontesi.  Successivamente i Francesi ritennero opportuno sopprimere nuovamente il Corpo sostituendolo con un apposito distaccamento della Gendarmeria Francese, denominata, dopo il 1800, Gendarmeria Imperiale, che svolse il servizio di polizia sino alla restaurazione, 1814.  Appare indispensabile, a questo punto, accennare alle lontane origini della Gendarmeria Francese, poiché la costituzione del Corpo dei Carabinieri Reali avvenne proprio sulla base dell’ordinamento di tale Gendarmeria, di cui fu adottata l’articolazione territoriale, ancora oggi sostanzialmente in vigore, e la dottrina d’impiego. E’ opportuno esaminare, inoltre, a quali necessità ha risposto, in antico, la creazione in Francia di quella che è poi divenuta la Gendarmeria, e perché e come il suo statuto, fondamentalmente militare fin dalle origini, abbia dovuto adattarsi, attraverso l’evoluzione degli ordinamenti, a due categorie di compiti, civili e militari, dando vita a quel carattere polivalente così efficace in ogni circostanza, ma anche cosi complesso. Nel Medio Evo, in Francia i poteri politico, amministrativo e giudiziario derivavano dal potere militare. Il comandante militare riceveva, insieme al possesso della terra, il potere di governare, ossia di amministrare politicamente i territori, mantenendovi l’ordine mediante attività di polizia e di giustizia. Egli assolveva tale compito con l’aiuto efficace, sebbene brutale, dei suoi Luogotenenti, fra i quali ripartiva le cariche della sua casa, dei suoi possedimenti e, se si trattava del Re, dei suoi Stati. Nacquero così i “Grandi Uffici” e, quindi, i “Grandi Ufficiali”, fra cui quello di Maresciallo, comandante di una frazione dell’Esercito Regio, al quale il Re delegava poteri giudiziari sui teatri di guerra. Il Maresciallo aveva poteri di polizia e di giustizia, in particolare per reprimere gli eccessi delle truppe ai danni della popolazione, servendosi di un prévòt, letteralmente: preposto.  Per esercitare la duplice funzione di polizia e di giustizia militare i prévòts, che erano chiamati anche magistrati armati o giudici di spada, disponevano di truppe ordinate in Compagnie comandate da “Ufficiali di spada”, costituivano l’organo di polizia, e “Ufficiali di toga”, esperti in diritto che costituivano, sotto la presidenza dello stesso prévòt, il tribunale prévòtale.  L’insieme dei due ordini, perché alle dipendenze del Maresciallo, veniva chiamato “marèchaussé” e seguiva l’Esercito nei suoi spostamenti.  Con la costituzione degli eserciti permanenti fu necessario istituire anche prèvóts provinciali, con il compito di occuparsi delle truppe in guarnigione, il che costituiva il punto di partenza della competenza territoriale dei prèvóts. Alla fine del XV secolo l’attività della marèchaussé si esercitava, dunque, sia sulle truppe territoriali che su quelle operanti.  Nel 1536, Francesco I, volendo reprimere efficacemente il brigantaggio che imperversava sulle strade di Francia estese l’autorità dei prèvóts ai “delitti di strada”, quali che fossero i loro autori, militari o civili, vagabondi o con fissa dimora. La magistratura armata vedeva cosi accrescere i propri compiti di protezione e giudiziari, e con ciò aveva origine il carattere misto, civile e militare, delle attribuzioni di un Corpo fondamentalmente militare.  Un’aspra concorrenza, causa di numerosi conflitti di attribuzioni, oppose, in seguito, la giustizia del prévòt a quella ordinaria, fino a quando l’evoluzione delle idee e delle concezioni sociali e filosofiche portò nel 1670, alla subordinazione della prima alla seconda e, un secolo dopo, alla sua soppressione, insieme alle altre giurisdizioni speciali. Inizialmente, le Compagnie della marèchaussé erano di stanza nei capoluoghi più importanti ed eseguivano, al completo o ripartite in distaccamenti, “cavalcate” ogni tre mesi lungo itinerari opportunamente scelti sul territorio della provincia. Tali servizi divennero sempre più frequenti ed i distaccamenti mobili aumentarono di numero, previa diminuzione della forza. Ma i gravi difetti rivelati dalle marèchaussé provinciali - conseguenza delle paghe insufficienti, della venalità o della ereditarietà delle cariche, della esiguità degli effettivi, della mancanza di controllo gerarchico sui prévòts imposero una profonda riforma, che fu attuata in periodi successivi, dal 1720 al 1791.  I distaccamenti cessarono di essere saltuari e mobili, dando vita, invece, all’ordinamento in brigate (Stazioni) di 4 o 5 uomini, dislocate permanentemente lungo le grandi strade, ciascuna avente giurisdizione su una decina di leghe di strada. Più severe condizioni di reclutamento, una disciplina militare più precisa, la soppressione delle cariche ereditarie, l’obbligo di far vi-stare, dagli ufficiali municipali o notabili dei luoghi visitati, le “feuilles de service” durante i “giri quotidiani” (perlustrazioni), l’aumento progressivo della densità delle Stazioni, il riordinamento delle Compagnie e delle Tenenze, nonché l’istituzione delle Divisioni (Gruppi), con la conseguente isti-tuzione di un controllo gerarchico, furono le tappe del progressivo perfezionamento dell’Istituzione, che all’inizio del secolo XVIII, pur restando sotto l’alto comando nominale dei Marescialli di Francia, già dipendeva di fatto dal Ministro della Guerra. Nel contempo vennero localmente aumentati i poteri delle autorità militari, politiche e giudiziarie, sebbene le ultime due potessero rivolgere alla “marèchaussé” solo richieste e non ordini. La rivoluzione del 1789 soppresse la “giustizia prévótale”, ma conservò la vecchia istituzione della “marèchaussé”, adattandola, con il nome di Gendarmeria, ai nuovi principi democratici ed all’organizzazione amministrativa, giudiziaria e militare, interamente rifatta nell’ambito uniforme del dipartimento (provincia). L’Assemblea Nazionale conservò il carattere dell’Istituzione che, con il nome, ereditò dal Corpo scelto dell’Esercito Regio il primo posto fra le Armi e confermò le sue attribuzioni di forza protettrice, attribuendo agli Ufficiali la qualifica di “Ufficiale di Polizia Giudiziaria”. Con Napoleone I ,legge del 28 germinale anno VI, la Gendarmeria venne infine definita “forza militare” al servizio della legge, incaricata di vegliare sulla sicurezza pubblica, assicurare il mantenimento dell’ordine e garantire l’esecuzione delle leggi.    

 

 

( 1' passo alla riscoperta della nostra storia, la Storia dei Carabinieri d'Italia. Pianetacobar.eu e la Storia dell'Arma dei Carabinieri)

Fonte: Pianetacobar.eu/ LA STORIA DEI CARABINIERI/ Aps Romeo Vincenzo

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